Con l’uscita della A7R III prima e l’A7 III poi, la Sony ha definitivamente ritagliato il suo spazio tra i grandi produttori di attrezzatura fotografica, facendo tremare anche gli storici “colossi” Nikon e Canon grazie a tecnologie innovative, performance di altissimo livello ed anche prezzi al pari (a volte inferiori) dei concorrenti. Parallelamente, anche il cosiddetto “ecosistema” si sta sviluppando altrettanto velocemente con l’uscita di numerosi obiettivi, accessori e, appunto, unità flash: tutti quei componenti fondamentali che permettono di sfruttare veramente le potenzialità di un corpo macchina.

Abbiamo deciso di partire dal valutare i migliori flash per Sony (in questo caso da slitta) per un semplice motivo: con tutta probabilità, dotarsi di uno “speedlite” sarà una delle prime necessità che sentiremo una volta acquistato un corpo macchina e uno (o più) obiettivi, essendo oltretutto uno dei componenti con rapporto tra costo d’acquisto e possibilità offerte più alti.

Vediamo quindi prima le ragioni per le quali un flash rappresenta un componente fondamentale di un’attrezzatura fotografica, come valutarli al meglio e poi i migliori modelli per Sony, così che potrete valutarli al meglio secondo budget e necessità.

La potenza del flash! (Ovvero, perchè tutti dovrebbero possederne almeno uno).

Non stiamo ovviamente parlando di “potenza” intesa come l’intensità di luce prodotta dal flash (ne parleremo nelle prossime sezioni), quanto per risaltare l’impatto che un accessorio così “piccolo” e relativamente economico può avere sulla nostra esperienza fotografica.

Un flash infatti non è solo uno strumento che ci permette di illuminare soggetti in condizioni di poca luce, ma molto di più: è un accessorio che ci permette di modificare le proprietà della luce che abbiamo a disposizione, aspetto che sappiamo essere ben più importante della semplice intensità della fonte di luce stessa.

Vediamo nel dettaglio tutte le possibilità offerte dall’utilizzo di un flash, in questo caso da slitta, anche se il discorso si può estendere anche ai flash da studio.

esempio di fotografia realizzata con un singolo flash per Sony
L’immagine è stata realizzata utilizzando solo un flash, un diffusore ed una base di plexiglass.

Scegliere l’intensità della luce (l’esposizione)

La prima possibilità offerta dall’utilizzo di un flash è la più semplice, ma anche la più impattante sulla nostra fotografia: regolare la quantità di luce che arriva al soggetto.
Controllando la “potenza” della nostra fonte di luce potremo utilizzare le impostazioni di scatto che preferiamo come apertura e ISO, potremo quindi avere molto più controllo sul risultato finale.

Impostare la direzione da cui la luce arriva al soggetto

Come abbiamo già visto nell’introduzione alla fotografia still life e di prodotto, anche la direzione da cui la luce arriva al soggetto influisce direttamente e fortemente su diverse caratteristiche dell’immagine prodotta, a partire dalla dimensionalità: in generale, una luce posizionata lateralmente creerà il maggiore contrasto tra luci e ombre e quindi una tridimensionalità percepita più alta rispetto ad una luce posizionata frontalmente.
Passando ad esempi pratici, nello still life si tendono ad utilizzare posizioni laterali, proprio perchè si intende spesso risaltare le forme di un oggetto. Viceversa nella fotografia di ritratti femminili vediamo spesso fonti di luce posizionate più frontalmente così da rendere meno visibili le imperfezioni (che possiamo vedere come una texture), riducendo di conseguenza il contrasto tra le varie parti del volto e ottenere un’illuminazione piuttosto uniforme.

Avere la possibilità di scegliere la direzione della luce inoltre ci permette indirettamente di sfruttare altre tecniche, che approfondiremo nelle sezioni seguenti, come far rimbalzare la luce, utilizzare modificatori come softbox o riflettori su flash “off-camera” e illuminare lo sfondo.

Riassumendo, abbiamo visto come la semplice possibilità di scegliere la direzione della luce rappresenti, da sola, una motivazione sufficiente per muovere i primi passi nella fotografia con illuminazione artificiale, permettendoci maggiore controllo sul risultato finale e, più in generale, permettendoci di farci fare grossissimi passi avanti nella qualità e nell’arbitrarietà delle immagini che realizziamo.

Far “rimbalzare la luce”, ovvero modificarne dimensione e direzione

Come il titolo può suggerire, utilizzare un flash (perfino on-camera) ci permette di modificare due proprietà fondamentali della luce quando si parla di fotografia: la sua dimensione (sempre relativa al soggetto e alla distanza da esso) e la direzione. Ma come?

Il concetto è piuttosto semplice: qualsiasi superficie che rifletta luce può essere utilizzata come una fonte di luce per il nostro soggetto, basterà illuminarla.
Quella che è una piccola fonte di luce (il flash), una volta rimbalzata su una superficie, ne assumerà le proprietà: in primis dimensione e colore. Facendo rimbalzare un flash su un muro bianco, ad esempio, otterremo una fonte di luce della dimensione del muro stesso, una sorta quindi di softbox naturale!

Le possibilità in questo caso sono innumerevoli negli ambienti interni, cioè dove abbiamo a disposizione muri e soffitti per creare vari stili di illuminazione, ed esistono anche e perfino negli ambienti esterni: utilizzare un riflettore pieghevole, ad esempio, o addirittura un grande foglio di carta sono tutte soluzioni efficaci per quando vogliamo ottenere una luce più morbida anche all’esterno.

Gli stessi concetti si applicano anche alla fotografia still life e di prodotto. Pur essendo un genere molto tecnico ed in generale abbastanza “affamato” di attrezzatura, avremo comunque modo di realizzare splendide immagini anche utilizzando un solo flash da slitta (solitamente insieme ad alcuni diffusori).

Massima attenzione però al colore della superficie su cui facciamo rimbalzare la luce! Ricordiamo infatti che la nostra fonte di luce sarà la superficie stessa, con tutte le sue proprietà: se possiede una forte dominante di un colore influenzerà anche il colore dell’immagine che realizzeremo.

Utilizzare modificatori di luce 

Oltre ad utilizzare le caratteristiche dell’ambiente circostante, esistono anche soluzioni professionali volte a modificare le proprietà della luce, sia dedicate ai flash da slitta sia, per così dire, universali.

Gli accessori dedicati vengono dal mondo dei flash da studio come softbox, gel colorati, riflettori con griglia e snoot, disponibili ovviamente con attacchi dedicati agli speedlite.

Ancora più importanti però secondo noi sono gli accessori che abbiamo definito “universali”. Sono gli stessi accessori, in sostanza, che utilizziamo in studio (in particolar modo nello still life) e che sono compatibili con qualsiasi tipo di illuminazione: diffusori e riflettori.
Combinando un flash da slitta con uno di questi accessori avremo sostanzialmente accesso a buona parte delle tecniche di illuminazione utilizzate in studio con pieno controllo su direzione, qualità, intensità ed anche sfumatura della luce.

esempio di fotografia realizzata con un singolo flash per Sony
Immagine realizzata con un singolo flash e tecnica di rim lighting

Riempire le ombre

Un flash non dev’essere necessariamente la fonte di luce primaria della nostra fotografia. Esistono infatti diverse tecniche che prevedono esposizioni ottenute “mischiando” la luce del flash con quella ambientale come appunto quella a cui ci si riferisce con “riempire le ombre”.

In questo caso il flash, come fonte di luce secondaria, viene sfruttato per illuminare le ombre e quindi ridurre il contrasto dell’immagine (pensiamo ai casi di immagini scattate con luce diurna molto “dura”). Si parla di “riempire” perchè, come luce secondaria, viene impostata ad un’esposizione inferiore a quella della luce primaria, in questo caso la luce ambientale, così da non rischiare di eliminare totalmente le ombre e quindi contrasto e forme dell’immagine.

Scoprire il genere della “high speed photography”

Le durate brevissime del lampo di un flash da slitta (rispetto a quelli da studio) ci permetterà anche di muovere i primi passi nella cosiddetta “high speed photography“, la fotografia in cui si impressionano fotogrammi di oggetti in rapido movimento.

Abbiamo riservato un articolo a parte per chi fosse interessato al genere.

Come scegliere il migliore flash per le proprie esigenze (le caratteristiche)

Le caratteristiche principali di un flash per Sony non sono particolarmente diverse da quelle valide per qualsiasi produttore e dal 2012 anche la slitta è del modello universale. Quello a cui fare attenzione,a livello di funzionalità, è piuttosto la compatibilità per le funzioni TTL e HSS.
Vediamo le caratteristiche più importanti a cui fare attenzione quando acquistiamo un flash.

Potenza – indicatore GN o “guide number”

La “potenza” di un flash è misurata tramite un indicatore che troveremo scritto come “GN”. E’ un indicatore che tiene conto delle proprietà naturali della luce per le quali l’intensità della luce diminuisce con la distanza dalla fonte di luce stessa (in rapporto esponenziale), quindi è relativo alla distanza tra il flash ed il soggetto e all’apertura. Solitamente, si utilizza una distanza di 10′ (3 metri circa) ad ISO 100 ed è così che li ritroveremo nelle specifiche dei vari modelli. Il Sony hvl-f60RM ad esempio, uno tra i modelli più potenti, ha un numero guida di 60, il modello hvl-f32M invece di 32, e così via.

Più precisamente, il GN è misurato in questo modo: [distanza flash/soggetto] * apertura.

Attenzione però anche all’altra faccia della medaglia: la potenza (o per meglio dire, la durata) minima! Vi saranno numerose occasioni infatti in cui sentiremo il bisogno di impostare il flash a “potenze” molto basse, ad esempio per combinarlo con luce naturale,  per riempire le ombre, o per utilizzare aperture molto ampie.
La potenza minima di un flash è inoltre direttamente collegata alla durata del lampo di luce, altra funzionalità molto impattante sulla fotografia di soggetti in veloce movimento. Vedremo tutte i vantaggi di una lampo molto “veloce” più approfonditamente proseguendo con l’articolo.

Per quanto riguarda quale sia la migliore scelta, è più che ovvio che un flash più potente possa essere più versatile, ma sarà anche mediamente più costoso e/o di maggiori dimensioni. Come sempre, occorre quindi valutare le proprie abitudini fotografiche ed il proprio budget per arrivare al rapporto prestazioni/prezzo migliore.

Regolazione della potenza

Oltre alla potenza minima e massima, è importante anche considerare il grado di precisione con cui possiamo impostare i livelli di output di un flash: è ciò che troveremo indicato come “incrementi in fstop” o range di regolazione della potenza.
Un flash che ci permette di regolare incrementi di potenza di 0.1fstop, per esempio, offrirà maggiore controllo rispetto ad un’unità che ci consente di aumentare, o diminuire, la potenza di 0.5fstop.

Troveremo indicato il range di regolazione della potenza in EV, ovvero exposure value, o in step (in scalini), come 1/1 – 1/128, che significa una potenza minima di 1/128esimo.

Durata minima

Facciamo velocemente chiarezza su un elemento fondamentale da comprendere: quando aumentiamo la potenza di un flash, non ne stiamo aumentando realmente la quantità di luce emessa (nello stesso tempo), quanto la durata del lampo. E’ proprio così infatti che funziona la stragrande maggioranza dei cosiddetti speedlite: aumentarne la potenza non significa altro che aumentarne la durata, e viceversa, ridurne la potenza significa semplicemente ridurre la durata del lampo. Questo concetto è fondamentale per comprendere lo stretto rapporto tra durata e potenza di un flash.

I tempi del lampo a potenze elevate non è così incisiva sulla scelta e sugli utilizzi di un flash, quella minima invece può essere una caratteristica decisiva, in modo abbastanza variabile a seconda del genere fotografico di cui si parla o delle tecniche che intendiamo utilizzare.

Nella fotografia di prodotto ad esempio, è frequente abbellire le immagini “freezando”, cioè congelando, liquidi o polveri in veloce movimento, come nell’esempio sottostante: in questo caso sarà fondamentale utilizzare velocità bassissime, come 1/8000, 1/10000, 1/20000.
Se invece la necessità è quella di catturare soggetti in movimento per così dire “naturale”, come persone che danzano o saltano, non occorreranno durate minime così basse, anzi è spesso sufficiente attestarsi su velocità che vanno da 1/200 a 1/1000 (approssimativamente), questo per quanto riguarda la sola velocità di movimento del soggetto.

esempio dell'importanza della durata minima di un flash (con Sony)L’importanza della durata minima del lampo si rende evidente anche in un’altra situazione piuttosto ricorrente: quando si intende utilizzare il flash a potenze molto basse (e quindi, come abbiamo visto, a velocità di lampo molto alte). In questo caso ci troveremo di fronte a due diverse esigenze: una durata del lampo inferiore a 1/250 (circa) ma anche un corpo macchina capace di sincronizzarsi con il flash a queste velocità. E’ ciò che si dice “High speed sync“, ovvero “sincronizzazione ad alta velocità“, sintetizzato nell’acronimo HSS. Cerchiamo di spiegare il concetto più approfonditamente.

HSS, ovvero High Speed Sync

Cosa accade “dietro le quinte” quando scattiamo una fotografia con un flash?

  1. La fotocamera trasmette il segnale al flash
  2. L’otturatore, o per meglio dire le due tendine (curtain) che permettono alla luce di entrare ed arrivare al sensore si aprono ,una verso l’alto e l’altra verso il basso.
  3. Nel frattempo il flash emette il lampo
  4. Le tendine si chiudono e la luce di quell’istante in cui sono rimaste aperte viene impressa nel sensore.

Il “problema” sorge quando constatiamo che la maggior parte dei corpi macchina non è in grado di aprire le tendine con le stesse velocità a cui arrivano invece i flash. Per la precisione, i corpi non dotati di HSS raggiungono solitamente velocità di sincronizzazione minime di 1/250. Oltre quella soglia, le tendine non riusciranno ad aprirsi completamente nel tempo del lampo, restituendo bande scure sulle parti superiore e inferiore dell’immagine.

La necessità della funzione HSS è ovviamente legata a fotografie realizzate in ambienti con luminosità molto elevata insieme ad aperture abbastanza ampie, come la fotografia di ritratto all’esterno e, come già detto, in presenza di forte luce naturale.
Facciamo un esempio pratico: ipotizziamo di dover realizzare un ritratto durante un sole di mezzogiorno in estate, illuminando il soggetto con un flash. Naturalmente, dato il genere, è probabile che scatteremo ad aperture abbastanza ampie, diciamo F/2: in questo caso, per ottenere un’esposizione corretta (basandoci su un tipico sole estivo Italiano), dovremo utilizzare velocità di otturatore tra 1/2000 e 1/5000, considerando valori ISO già impostati al minimo. In egual modo, anche il lampo del flash dovrà avere durate altrettanto rapide, o ne cattureremo solo una parte della nostra immagine.

L’HSS è fondamentale anche in un’altra situazione in cui è desiderabile utilizzare velocità dell’otturatore molto basse: quando si intende realizzare una fotografia perfettamente a fuoco (in sostanza, non mossa) di un soggetto in movimento ed in ambienti non-controllati (a differenza della high speed photography, già citata, che si effettua quasi esclusivamente in studio e quindi in ambienti controllati).
La fotografia di eventi sportivi è un esempio limpido di quest’ultimo concetto: abbiamo soggetti in movimento, illuminazione artificiale (il nostro flash) insieme a fonti di luce non controllate. Se in questo caso la durata del flash fosse molto più rapida di quella dell’otturatore, si avrebbe il rischio di imprimere nel sensore anche la luce ambientale che, illuminando il soggetto in movimento per “troppo tempo”, restituirebbe un’immagine mossa.

Per scoprire di più sul tempo di esposizione, leggi il nostro tutorial dedicato.

TTL, through the lens (metering)

Dopo la confusione che il concetto di HSS rischia di creare, passiamo ad un’altra caratteristica invece molto semplice da capire, il TTL. L’acronimo sta per “through the lens (metering)”, che tradotto grossolanamente sta per “misurazione dell’esposizione attraverso l’obiettivo”.
Ciò che fa il TTL è infatti proprio di valutare la quantità di luce presente nella scena per impostare automaticamente l’esposizione corretta, o nel caso di un flash per impostare la quantità di luce necessaria per un’esposizione corretta, dati apertura e ISO prescelti.
La misurazione viene effettuata attraverso l’obiettivo, allo stesso modo di come fa l’esposimetro del corpo macchina, da qui “through the lens”.

La funzione TTL è utilizzabile sia con flash on-camera sia off-camera, mediante l’uso di trigger dotati di questa possibilità o, nei modelli più avanzati, anche via wireless.

Angolo di rotazione (opzioni di direzionamento)

Oltre che dalla potenza, la versatilità di un flash da slitta è influenzata direttamente anche dalle possibilità di direzionamento del fascio di luce. Proprio questo infatti è ciò che ci permette di utilizzare le varie tecniche di illuminazione descritte in precedenza, altrimenti molto difficili da realizzare perfino utilizzando il flash off-camera e quasi impossibili quando il flash è invece installato sul corpo macchina.

La direzionabilità di un flash è misurata dalla combinazione degli angoli di rotazione orizzontale e verticale, espressi ovviamente in gradi (°). Per spiegare meglio il concetto con esempi pratici, prendiamo uno dei modelli più diffusi: il Sony hvl-f43M. Come molti modelli Sony, è in grado di ruotare di 180° orizzontalmente (90° + 90°) e 150° verticalmente, per un totale di 330° di direzioni possibili.

Parlando di flash di marca approfittiamo anche per citare un’altra caratteristica utile: sui modelli Sony sia il pannello LCD che i pulsanti ruotano insieme alla testina, consentendoci quindi di controllare facilmente il flash qualsiasi sia la sua inclinazione.
Seppur non indispensabile, quest’ultima è una funzione piuttosto comoda e della quale, una volta abituatici, non si riuscirà più a fare a meno!

Tempo di ricarica

Quando valutiamo un flash per modelli Sony come l’A7R III o A7 III è necessario anche tenere conto del numero di lampi che può emettere in un determinato lasso di tempo (solitamente 1 secondo). Questi corpi macchina infatti permettono di scattare fino a 10 immagini al secondo e necessitano di un’unità flash in grado di stare al passo con queste performance di altissimo livello. Nel flash infatti non è tanto la durata a influenzare il numero di lampi che può effettuare in un secondo, quanto il suo tempo di ricarica.

Il tempo che serve ad un flash per ricaricarsi dipende da due fattori: la potenza a cui è impostato e le performance intrinseche dell’unità stessa. I modelli marcati Sony ad esempio variano da tempi di ricarica di 0.1s al minimo dell’output fino a 5s alle potenze massime.

Zoom

Lo zoom è una caratteristica presente sui flash direttamente collegata alla lunghezza dell’obiettivo che stiamo utilizzando. Più precisamente, lo zoom è legato al cosiddetto “field of view” (campo visivo), che come sappiamo dipende da lunghezza dell’obiettivo e dimensioni del sensore.

Il concetto è semplicissimo da interiorizzare con esempi pratici. Ipotizziamo di utilizzare un obiettivo da 85mm su un corpo full frame: il campo visivo sarà di circa 23° orizzontalmente e 16° verticalmente. Tutto ciò che rimane fuori non sarà ovviamente parte della fotografia realizzata, essendo letteralmente fuori dalla cornice di scatto. A cosa servirebbe quindi illuminare artificialmente tutto ciò che è fuori dal campo visivo?

In questi casi è proprio la funzione di zoom a risolverci il problema, permettendoci di impostare l’ampiezza dell’angolo del fascio di luce emesso, misurata in mm (come sugli obiettivi: 50mm, 70mm, e così via).

Per la fotografia in studio e still life invece, lo zoom ci consentirà di avere maggiore controllo su direzione e diffusione della luce, come nei casi in cui utilizzeremo il flash per creare una sfumatura circolare su uno fondo o un diffusore.

Va citato anche che nei modelli più professionali, come quelli marcati Sony, è possibile trovare la regolazione automatica dello zoom che imposterà quello corretto in base a lunghezza dell’obiettivo e dimensioni del sensore.

Auto-focus assist

Molti modelli di flash da slitta possiedono anche una funzione che può aiutare il corpo macchina nella messa a fuoco in casi di poca luce. Proiettando una griglia sul soggetto, un flash è in grado di creare le condizioni ideali per i sistemi di messa a fuoco automatica ed evitare quindi complicazioni come focus hunting, autofocus lento o persino immagini fuori fuoco.

Va detto però che la necessità dell’auto-focus assist dipende fortemente dalla qualità del sistema di messa a fuoco di corpo macchina e obiettivo. I nuovi corpi full frame Sony come l’A7R III o l’A7 III possiedono capacità elevatissime di messa a fuoco automatica anche nelle situazioni peggiori, rendendo quindi l’autofocus assist meno indispensabile.

Consumo

Aspetto secondario rispetto ai precedenti, ma comunque utile da considerare è il consumo di batterie di un flash. I modelli più potenti, quando utilizzati ai livelli di output maggiori, possono letteralmente mangiarsi delle normali pile alcaline anche in una sola ora di scatti. A mio avviso non è una caratteristica che deve influire sulla scelta del migliore modello per le nostre esigenze, ma di cui tenere conto quando dovremo scattare per diverse ore all’esterno. Preparatevi a riempire lo zaino di batterie!

Opzioni di controllo remoto (modalità slave)

Quando utilizziamo un flash off-camera, quindi non installato sulla normale slitta del corpo macchina, si rende ovviamente necessario di poter controllare l’unità con soluzioni diverse. Le più diffuse sono i cosiddetti “trigger” o controlli remoti, che “collegano” senza fili il corpo macchina al flash e ci permettono anche di sfruttare sia il TTL che l’HSS, quando presenti.

Se non disponiamo di trigger (o di un numero sufficiente per i flash che usiamo) però esiste un altro modo di far scattare un flash off-camera: le modalità slave, e più precisamente gli slave “ottici”. In sostanza, grazie a dei sensori sensibili alla luce installati sul corpo, il flash è in grado di scattare quando rileva il lampo di un altro flash. Ricordiamoci però che lo slave ottico non permette di sfruttare HSS e TTL.

Nei modelli più avanzati, come già citato, vi è anche la possibilità di controllare le unità via Wireless: molto comodo, ma ancora riservato a corpi macchina e unità flash di più alto livello e non indispensabili a tutti.

come scegliere un flash- effetto diffusione della testaPer fotografi still life e di prodotto: attenzione alla qualità delle sfumature!

Chi, come me, si dedica alla fotografia del prodotto, deve prestare attenzione ad un altro aspetto che per questo genere può rivelarsi fondamentale: la qualità e la forma della sfumatura prodotta su una superficie (spesso un diffusore), specialmente quando utilizziamo il diffusore incorporato nella testina. Un buon diffusore integrato produce infatti gradienti morbidi e, nel caso dei modelli più professionali, di forma circolare: qualità insostituibili quando intendiamo creare sfumature su sfondi o diffusori.

Accessori inclusi e/o acquistabili a parte

Come molti già sapranno, anche i sistemi di illuminazione possiedono un loro piccolo “ecosistema” volto a consentire un utilizzo completo dell’unità nelle diverse situazioni in cui possiamo imbatterci come fotografi. Come per i flash da studio, esiste un’ampia varietà di modificatori di luce come softbox, griglie, gel, eccetera, insieme a supporti per installare l’unità su uno stativo, trigger (di cui abbiamo già parlato) e, ultimo ma non meno importante, quella piccola linguetta bianca installata sul flash che in tanti sottovalutano.

Non elencheremo tutti gli accessori disponibili e i loro utilizzi, perchè corrispondono esattamente a quelli che troviamo sui flash da studio e di cui abbiamo trattato in altri articoli. Facciamo però una piccola precisazione su un dibattito a cui si assiste spesso: l’utilità dei mini-softbox per flash da slitta.
I critici sostengono che non servano a nulla, perchè troppo piccoli per creare un’illuminazione più morbida aumentando la dimensione della fonte di luce. Seppur questo argomento sia senz’altro vero, specialmente se pensiamo che la dimensione della fonte di luce dipende dalla distanza con il soggetto, esiste un secondo vantaggio derivato dall’utilizzo di un softbox, anche di piccole dimensioni: l’effetto di “scattering” della luce. All’interno di un softbox infatti la luce rimbalza sulle superfici ed “esce” in numerose direzioni, non solo orizzontalmente come accade con un flash senza diffusore. Questo, specialmente quando siamo all’interno (e quindi la luce può rimbalzare intorno a noi), crea un’illuminazione più diffusa e quindi più desiderabile nella maggior parte delle situazioni.

I migliori flash per Sony (per tutte le tasche!)

i migliori flash per sony - neewer nw620Neewer NW-620 – il più economico

Abbiamo già parlato della Neewer in diversi articoli, visto che insieme alla Godox è uno dei produttori di attrezzatura fotografica economica più attivi sul mercato online e non fa certo eccezione per quanto riguarda i flash.
Il modello più economico che consigliamo è l’NW-620, un’unità dal prezzo accessibile a tutti e caratteristiche adatte anche ad usi più avanzati, seppur sia espressamente dedicato a chi sta muovendo i primi passi nella fotografia con illuminazione artificiale: per quanto riguarda la potenza, il numero guida è 58 (ISO 100, 180mm), un output di tutto rispetto anche paragonato a quello di modelli ben più costosi.

Il range di regolazione della potenza va da 1/1 a 1/128, in 22 step di 0.3EV l’uno. Anche qui, siamo a livelli simili a quelli delle unità più dispendiose.
Anche la durata minima, pari a 1/20000 (misurata in T.05) non è da sottovalutare, in quanto potenzialmente sufficiente a muovere i primi passi anche nella high speed photography, di cui abbiamo parlato.

E’ presente anche la funzione di zoom, da 18 a 180mm, esclusivamente in modalità manuale.

La testina dell’unità inoltre è in grado di ruotare di 180° orizzontalmente, e 90° verticalmente.

Per quanto riguarda le funzioni a livello “software” invece, segnaliamo che l’NW-620 è dotato di modalità slave M/MULTI/S1/S2. Non sono presenti invece le funzioni di TTL e HSS, dovremo quindi valutare la necessità di queste funzioni automatiche a seconda delle proprie abitudini e capacità fotografiche.

Il tempo di ricarica dichiarato dalla casa è 2.9 secondi alla massima potenza, tempi di tutto rispetto per un flash a GN 58. Attenzione però al consumo delle batterie, aspetto in cui l’NW-620 non si risparmia di certo.

Nella confezione, infine, la Neewer include anche un supporto per fissare l’unità ad uno stativo e un piccolo softbox.

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i migliori flash per sony - neewer nw630Neewer NW-630

Il secondo modello che abbiamo scelto è il successore del precedente, il Neewer NW-630. Più precisamente, segnaliamo un pacchetto offerto dalla casa Cinese in cui troviamo l’unità flash NW-630, un trigger dotato di LCD e utilizzabile anche come controllo remoto, un supporto per installare il flash su uno stativo, un softbox dedicato e dei gel colorati: in sostanza, un kit completo per sfruttare appieno tutte le possibilità offerte dall’utilizzare illuminazioni artificiali ad un prezzo molto competitivo.

Per quanto riguarda le caratteristiche dell’unità, il numero guida è 58 (ISO 100, 180mm), esattamente come il modello precedente, quindi un output di tutto rispetto che può consentirci di illuminare anche piccoli gruppi di persone o soggetti più distanti.
Il range di regolazione va sempre da 1/1 a 1/128, in incrementi di 0.3EV. Troviamo però una durata minima simile all’NW-620, pari a 1/20000 (misurata in t.05).

Rispetto al suo “antenato”, l’NW-630 guadagna 7° nella rotazione verticale della testina, pari a 97° verticalmente e 180° orizzontalmente. Pur essendo un piccolo incremento, questo significa che potremo dirigere il fascio di luce anche lievemente all’indietro, ad esempio nei casi in cui vogliamo far rimbalzare la luce su un riflettore posizionato dietro di noi e quindi frontalmente rispetto al soggetto.
Anche lo zoom rispetta i valori del modello precedente, da 18 a 180mm e regolabile in modo manuale. Il tempo di ricarica invece è lievemente sceso, da 2.9 a 2.3s.
Lo stesso, inoltre, possiamo dire delle modalità slave M/MULTI/S1/S2, con l’aggiunta però del supporto alle modalità TTL e HSS.

La novità interessante infatti è che nel nuovo modello troviamo sia la funzione HSS che quella TTL, compatibile con tutti gli ultimi modelli Sony tra cui A7R III, A7 III, A7R II, A7S (se siete saltati direttamente all’elenco, potete trovare la spiegazione su HSS e TTL nelle sezioni poco sopra).

Troviamo anche la funzione di auto-focus assist, exposure compensation e modalità scatto multiplo.

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i migliori flash per sony - godox tt685sGodox TT685S: il miglior rapporto qualità/prezzo

Passiamo ai modelli Godox con il TT685S, un’unità lievemente più costosa delle precedenti ma comunque nella fascia economica, specialmente se consideriamo tutte le caratteristiche che l’ormai conosciutissima casa Cinese ha inserito in questo modello e che fanno del TT685S uno dei flash di livello semiprofessionale più economici sul mercato.

Partiamo come sempre dal numero guida, pari a 60 e con il range di regolazione, che va da 1/1 a 1/128 in incrementi di 0.3EV, con tempo di ricarica pari a 2.6s al massimo livello di output. La durata minima, inoltre, è pari a 1/20000 (t.05).

Lo zoom, effettuato manualmente, va da 20mm a 200mm.

Troviamo anche modalità slave M/MULTI/S1/S2 e compatibilità HSS e TTL per Sony e autofocus assist.

Rispetto alle unità precedenti, il TT685S è dotato anche di numerose caratteristiche aggiuntive che possono motivare il costo lievemente maggiore. Partiamo dalla testina, in grado di ruotare di 97° verticalmente, quindi come i precedenti, ma di ben 360° orizzontalmente, offrendoci un numero di posizioni aggiuntive per la nostra fonte di luce da non sottovalutare. E’ anche dotata di linguetta estraibile.
Tramite il pannello LCD inoltre è possibile gestire facilmente fino a 32 canali, utilizzando l’unità in modalità master (quindi come controllo remoto di altri flash) via wireless.

Tra gli aspetti di cui non sono stato completamente soddisfatto, devo citare una vignettatura abbastanza visibile agli zoom più ampi, e alcune limitazioni del display LCD, in primis la mancanza di indicatore del livello delle batterie. Devo dire però che sono aspetti anche facilmente risolvibili utilizzando zoom lievemente più ampi del nostro field of view nel primo caso e per il secondo, semplicemente dotarsi di numerose batterie. Sono aspetti da considerare sicuramente, ma come si dice non sono dei “deal-breaker”.

Se consideriamo anche la buona qualità costruttiva e l’affidabilità, due aspetti in cui molto spesso si vedono grandi differenze tra modelli economici e professionali, non possiamo che ritenere il TT685S il migliore tra il flash economici per Sony.

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i migliori flash per sony - godox tt350sGodox TT350S

Il secondo modello Godox di cui trattiamo si distingue dal precedente per essere un’unità compatta e di dimensione ridotta, quindi incentrata sul garantire facilità di trasporto e utilizzo. Seppur possieda gran parte delle caratteristiche fondamentali di un flash, con il TT350S dovremo rinunciare ad un pò di potenza ed alla funzione di auto-TTL in modalità slave, non ancora completamente compatibile con A7R III e A7 III.

Il numero guida è pari a GN 36 (ISO 100, 105mm), con output regolabile da 1/1 a 1/128 in incrementi di 0.3EV, meno potente quindi del precedente ma dotato comunque di un output sufficiente a scattare anche con luce ambientale. Alla massima potenza l’unità si ricarica in 2.2s circa, alla minima 0.1. La durata minima del lampo inoltre è pari a 1/20000.

Segnaliamo anche che lo zoom, che va da 24 a 105mm, è dotato di regolazione automatica secondo lunghezza dell’obiettivo e corpo macchina, come già spiegato precedentemente.

Questa piccola unità è dotata anche di HSS e TTL compatibili con i modelli Sony, con l’eccezione del TTL in modalità slave. Quando utilizzato in modalità master invece, il TT350S ci permette di controllare 16 canali fino a un range di 30mt, tramite il display LCD.

La rotazione della testina va da 97° verticalmente a 270° orizzontalmente ed è dotata di linguetta estraibile, utile in particolar modo per creare “catchlight” negli occhi dei soggetti.

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i migliori flash per sony - godox tt350sGodox V350S

Citiamo anche il diretto successore del modello precedente, il V350S. Le caratteristiche di base sono piuttosto simili a quelle del TT350S: GN36 (ISO 100, 105mm), range di potenza regolabile da 1/1 a 1/128 in passi di 0.3EV ed una durata minima del lampo di 1/20000.
L’evoluzione più rilevante è invece nell’alimentazione: il V350S infatti è dotato di una batteria al litio ricaricabile che ci garantirà più del doppio degli scatti (alla massima potenza) del modello precedente, da circa 200 a 500.

Troviamo anche una piena compatibilità di TTL e HSS, insieme ad exposure compensation e modalità multiflash.

Il prezzo è più alto di quello del suo successore, circa 150€ e giustificato perlopiù dalle prestazioni della nuova batteria. Se quindi quest’ultimo è un aspetto fondamentale per le vostre esigenze, può essere conveniente acquistare il nuovo modello, altrimenti consiglio di scegliere ancora il TT350S, date le prestazioni alquanto simili ed il costo inferiore.

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i migliori flash per sony - godox v860IIsGodox V860IIS

Rimaniamo ancora sull’offerta Godox che, come già anticipato, è arrivata a comprendere anche unità di livello professionale sia dal punto di vista delle caratteristiche sia da quello della qualità costruttiva e quindi di affidabilità e durata nel tempo, aspetto sul quale fino a pochi anni fa “cadevano” molti tra i flash più economici.

Il modello che spicca maggiormente tra l’offerta di fascia alta della casa Cinese è il V860IIS, un’unità sufficientemente potente anche per illuminare soggetti più distanti, il GN è infatti di ben 60 (ISO 100, 105mm), con un range di regolazione dell’output di ben 8 fstop, da 1/1 a 1/128 in passi da 0.3EV ed una durata minima di 1/20000.

Grazie alle nuove batterie al litio che la Godox inserisce sui suoi modelli più recenti, avremo non solo tempi di ricarica più veloci (1.5s alla massima potenza), ma soprattutto un numero di lampi considerevolmente più alto per ogni carica: fino a 650 alla massima potenza!

Il V860IIS si distingue inoltre per le capacità di “burst”, ovvero il numero massimo di lampi che l’unità può emettere consecutivamente. Pensiamo solo che ad 1/4 della potenza è in grado di emettere fino a 100 lampi al ritmo di 2 lampi al secondo, e 30 lampi sequenziali al livello massimo di output.
Se intendiamo sfruttare appieno le potenzialità di scatto multiplo di modelli come A7R III o A7 III, quest’ultima diventa una caratteristica fondamentale, in particolar modo per chi ha spesso a che fare con soggetti in movimento come fotografi sportivi o come noi, fotografi still life, quando intendiamo congelare azioni molto rapide.

Tra le peculiarità troviamo anche un radiotrasmettitore wireless a 2.4Ghz integrato con cui sarà possibile sia controllare il flash da remoto, che altre unità in modalità master, compresi i modelli Sony.

Per quanto riguarda le altre caratteristiche “fondamentali”, il V860IIS rispetta praticamente ogni canone di un’unità di alto livello: la testina è in grado di ruotare di 360° orizzontalmente e 97° verticalmente (quindi di -7° all’indietro), lo zoom va da 20 a 200mm con possibilità di regolazione automatica, sono presenti le modalità Master/S1/S2 e multiflash, è dotato di schermo LCD visibile anche con forte luce ambientale e l’interfaccia è semplice e veloce da intuire.

Il modello offre anche piena compatibilità con HSS e TTL degli ultimi modelli Sony, tra cui A7R III e A7 III, anche quando utilizzato in modalità slave.

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i migliori flash per sony -sony hvl-f60rmSony HVL-F60RM: la scelta senza compromessi

Con l’ultimo modello della classifica, il Sony HVL-F60RM, facciamo un salto considerevole verso una fascia di prezzo più alta che potrebbe inizialmente sembrare ingiustificata, considerando che abbiamo già visto unità flash che soddisfano tutte le esigenze fondamentali di noi fotografi, sia still life che di altri generi, ma che invece assume un senso ed una sua posizione ben definita nel mercato se pensiamo al tipo di fotografo a cui è dedicato.
Come anticipato infatti, il modello più potente della casa produttrice dei nostri adorati corpi macchina si rivolge a chi necessita sia di tutte le caratteristiche fondamentali già citate, quasi ovvie quando si approda a fasce di prezzo più alte, sia di un vasto numero di accorgimenti aggiuntivi volti non tanto ad avere più potenza degli altri, o minore durata, eccetera, quanto volti a migliorare l’esperienza con un flash nella sua interezza. Anzi, è proprio quest’ultimo aspetto a giustificare il costo nettamente più alto dell’HVL-F60RM rispetto agli altri modelli.

Per quanto riguarda le caratteristiche di base, l’output del flash è pari a GN60 (ISO 100, 105mm), regolabile in 22 step da 0.3 fstop l’uno. Lo zoom invece va da 20 a 200mm, con regolazione automatica che rileva obiettivo e dimensioni del sensore utilizzato.

Già nella testina, invece, troviamo le prime differenze sostanziali rispetto ai modelli precedenti: la rotazione verticale è considerevolmente più alta, e pari a 150°, il che significa la possibilità di direzionare il flash (quasi) completamente all’indietro.
Come se non bastasse, lo schermo LCD e i comandi ruotano insieme alla testa del flash, così da garantire una comoda regolazione delle impostazioni in qualsiasi posizione (attenzione, è un’altra di quelle comodità che una volta abituatici, non si riuscirà più a farne a meno).
Le potenzialità della testina sono inoltre ampliate perfettamente dalla qualità del fascio di luce prodotto dall’unità: circolare e con gradienti morbidi: questo significa la stessa qualità di luce (quindi come detto, forma e sfumatura) a prescindere da posizione e direzione della testa.

Per quanto riguarda le funzioni a livello software, l’unità è pienamente compatibile con i sistemi HSS e TLL Sony via radio, infrarossi e wireless, sia in modalità master che slave. Il flash è dotato inoltre di un sistema avanzato di misurazione dell’esposizione che, in sostanza, garantisce una lettura corretta anche in situazioni più difficili come oggetti riflettenti o soggetti in scarse condizioni di luminosità.
L’unità è anche in grado di funzionare come controllo remoto di altri flash: l’HVL-F60RM può controllare infatti fino ad altre 3 unità senza la necessità di trigger aggiuntivi, in questo caso il collegamento è effettuato via radio o infrarossi.

La Sony ha inserito anche un’altra “chicca” dedicata a chi, oltre alla fotografia, è appassionato di video: un LED integrato da 400lux di potenza, in sostanza una luce continua dentro un flash. Personalmente devo dire che non sono un grandissimo appassionato di video, e per fortuna come fotografo still life non capita spesso che mi sia chiesto di realizzarli. Per altri generi di fotografia invece la richiesta di fornire brevi video insieme alle immagini è sempre più frequente e l’impossibilità di produrli può rischiare di farci perdere un intero lavoro, è quindi piuttosto importante considerare anche questo aspetto seppur non direttamente collegato alla fotografia.

Lo stesso livello di qualità è riscontrabile anche nella qualità costruttiva: l’unità infatti è costruita per essere resistente a polvere e umidità così da permettere utilizzi anche più “selvaggi”, quelli che a volta portano i risultati migliori! Come si dice, “get your gear out!” (porta fuori la tua attrezzatura). Attenzione solo a non confondersi con la resistenza agli effetti atmosferici peggiori come pioggia e ghiaccio, condizioni in cui comunque, dopo aver visto alcuni test sull’impermeabilità, non sarei così fiducioso di portare neanche la mia A7R III…

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