Il concetto di fuoco, o del “mettere a fuoco” è molto conosciuto, e dovresti già avere un’idea di cosa si tratta: è la zona dell’immagine in cui i contorni degli oggetti sono ben definiti. Come sappiamo infatti quando scattiamo una fotografia non tutta l’immagine sarà a fuoco, lo sarà solamente una zona la cui estensione varia al variare dell’apertura utilizzata. Anche qui partiamo dal problema:

in modalità automatica la macchina fotografica non sempre riesce a capire da sola dove mettere a fuoco.

A tutti i fotografi principianti, ed anche a me, è capitato di tornare da un viaggio o da un’esperienza, riguardare le proprie foto e scoprire che alcune, magari le più significative, sono fuori fuoco e quindi inutilizzabili. Questo perchè abbiamo lasciato scegliere alla nostra macchina (in modalità automatica), che seppur molto evoluta non è in grado di interpretare le nostre intenzioni correttamente e in tutte le situazioni. Ed ecco la necessità di una messa a fuoco manuale o semiautomatica. Ne esistono varie e cambiano a seconda dei modelli: Nikon, Canon e Sony hanno sistemi diversi, ma che si assomigliano nelle proprie possibilità e nel modo di identificarli.
Farò degli esempi con una Nikon D3300

Come fa la macchina a sapere dove vogliamo mettere a fuoco?

Esiste un punto, o un’area, che possiamo specificare sia usando il nostro display, che guardando direttamente dall’obiettivo, che ci indica dove la macchina metterà a fuoco. Quando utilizziamo la macchina con il “live view”, ovvero il display (tasto LW su Nikon) vedremo un rettangolo su di esso, che potremo spostare con i pulsanti a freccia. Il focus in questo caso si concenterà nell’area del rettangolo. Quando invece guardiamo dentro l’obiettivo, vedremo solamente una griglia di piccoli punti: questo non è casuale. Il focus in questa modalità è molto più preciso, si concentrerà infatti esattamente sul punto da te prescelto, sempre tramite le frecce di selezione. E’ una modalità molto utile quando, ad esempio, vogliamo mettere a fuoco sull’occhio di una persona (tecnica molto diffusa nella fotografia di ritratti), o più in generale in un punto ben specifico.

Il mio consiglio, sempre per chi sta appena iniziando, è di iniziare con le modalità di fuoco che abbiamo guardando dall’obiettivo (viewfinder), per poi variare con l’esperienza e anche a seconda della qualità della macchina che utilizziamo.

Come diciamo inoltre alla macchina la modalità in cui deve mettere a fuoco?

Non esiste infatti una sola modalità di messa a fuoco, perchè non risponderebbe alle diverse necessità che ogni situazione ci impone. Vediamo i principali, con esempi su Nikon.

Focus totalmente manuale:

la modalità più classica di messa a fuoco, per capirci: quello delle vecchie macchine fotografiche. La messa a fuoco avviene solitamente girando una delle ruote che troviamo sull’obiettivo, e dovremo capire solamente “ad occhio” qual’è il punto del nostro fuoco.

Auto focus singolo, o su Nikon “single servo AF”:

la messa a fuoco avviene spingendo il pulsante dello scatto per metà. Finchè terremo spinto il pulsante, la distanza di messa a fuoco non cambierà anche se spostiamo la macchina fotografica. Quando scatteremo il fuoco sarà sul punto iniziale su cui l’abbiamo messo.

Auto focus singolo, o su Nikon “continuous servo AF”:

Simile al single servo AF, ma con la differenza che la macchina continuerà a mettere a fuoco, o a “cercare il focus”, quando viene spostata, riposizionandolo di volta in volta sul punto di fuoco che abbiamo prescelto tramite live view o obiettivo.

Auto servo AF:

Un mix tra le tue modalità, sconsiglio di usarlo se non sulle macchine più performanti.

Esistono inoltre altre modalità più avanzate che, solitamente, seguono il soggetto anche senza spostare il nostro punto di fuoco, identificandolo inizialmente e tracciandolo finchè non scatteremo. Queste a mio parere sono modalità affidabili solo sui corpi e obiettivi più performanti, come la Nikon d850, d500, sony AR ed AS III, nonchè molte Canon (grazie ad un sistema di fuoco particolare, chiamato “dual pixel AF”).
Sono impostazioni che non useremo frequentemente nella quotidianità, salvo particolari eccezioni come Sport, auto e moto. Per questo, nel tutorial base, non mi dilungherò particolarmente su queste modalità.[/vc_column_text]

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Tutto ti sarà più semplice con qualche esempio pratico:

Soggetto statico:

In questo caso la messa a fuoco non è un grosso problema, potremo utilizzare tutte le modalità. L’unica cosa da fare è scegliere quale sarà il nostro punto di fuoco.

Soggetto in movimento

Immaginiamo invece di voler fotografare una moto in corsa. In questo caso la modalità single servo AF, o “singola”, non ci aiuterà troppo. Nel tempo in cui la macchina avrà messo a fuoco, il soggetto si sarà probabilmente già spostato, ed avremo una foto fuori fuoco.

Ovviamente questo problema diminuisce con corpi macchina ed obiettivi più performanti, ma essendo questo un corso base non immagino di trovare moltissime persone che partono con attrezzature da migliaia di Euro.

Dovremo quindi utilizzare la modalità “continua”, ovvero il continuous servo AF, in modo che il fuoco segua il movimento della moto stessa, che noi seguiremo fedelmente tramite il nostro punto di fuoco dalla macchina fotografica. Al momento dello scatto il fuoco sarà quello “dell’ultimo istante” prima dello scatto stesso, risultando in una fotografia a fuoco.

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