I treppiedi fotografici professionali: la guida per il 2019

Esiste un detto in fotografia che (tradotto dall’inglese) recita più o meno così:

“i fotografi principianti discutono di corpi macchina, quelli di livello intermedio di obiettivi ed i professionisti di treppiedi.”

Il concetto è ovviamente estremizzato (e non vogliamo sicuramente considerarci fotografi professionisti!), ma ci è utile a comprendere velocemente quanto un treppiede fotografico professionale possa essere impattante sulla nostra fotografia, e come mai ne esistano così tante alternative sul mercato, fino a modelli che possono costare anche diverse migliaia di Euro.

Cosa giustifica le considerevoli differenze di prezzo tra i modelli economici e quelli professionali?

A primo acchito, ad un occhio inesperto, i treppiedi possono sembrare tutti simili tra loro, ma appena ci addentreremo nei dettagli dei loro componenti ci accorgeremo subito che vi sono invece enormi differenze: sia per quanto riguarda funzioni e caratteristiche comuni ad ognuno, sia per quelle aggiuntive che solo i modelli di più alto livello possono offrire.

Un modello professionale infatti garantisce sia una maggiore qualità nelle caratteristiche comuni ma variabili di ogni treppiede come stabilità, affidabilità, capacità di carico e riduzione delle vibrazioni, sia un vasto numero di possibilità aggiuntive nel posizionamento del corpo macchina e del treppiede stesso.
E’ qui che (come vedremo) le variabili sono innumerevoli: altezza minima e massima, rotazione della testa, versatilità della colonna centrale, tipi di agganci e accessori ulteriori come supporti per scattare dall’alto, solo per citarne alcuni tra i più diffusi.

Va infine considerato che un buon treppiede può durare anche decine di anni senza bisogno di essere riparato o modificato ma garantendo al contempo capacità di evoluzione, come ad esempio quella di poter installare vari tipi di teste e agganci.

Un cavalletto fotografico professionale è quindi un acquisto fatto pensando a lungo termine ed è anche nel tempo che giustifica la spesa iniziale.

Le caratteristiche nel dettaglio: componenti e specifiche tecniche

Un cavalletto professionale è un’insieme di accessori, piuttosto che una singola unità, ed è utile considerarlo in questi termini anche per valutare nei dettagli quelle che sono le caratteristiche di un vero modello professionale.

Questo insieme di accessori insieme determina le potenzialità del nostro treppiede come capacità di posizionamento, altezza, peso massimo supportato, stabilità e facilità di trasporto.

Gambe

Le gambe di un buon treppiede devono essere stabili, resistenti e versatili. Questo vuol dire che devono essere costruite con materiali di qualità, che nella maggior parte dei casi sono fibra di carbonio o alluminio. Devono inoltre essere sufficientemente rigide da evitare anche i più piccoli spostamenti dovuti ad azioni sul corpo macchina come regolare le impostazioni, o causati da vari agenti atmosferici (in primis, ovviamente, il vento).

Le gambe inoltre devono essere modulari, quindi sia allungabili (e accorciabili), ma anche posizionabili in varie angolazioni. Il sistema di chiusura deve quindi permettere di fissare le gambe stesse in varie posizioni così da poter far fronte anche alle situazioni più difficili (ad esempio quando scattiamo su terreni irregolari). Nei modelli di più alta fascia troviamo meccanismi che consentono di posizionare le gambe anche orizzonatalmente, o viceversa di poterle invertire per rendere più compatta l’unità quando è chiusa.

Per quanto riguarda la versatilità, le maggiori differenze tra modelli economici e professionali riguardano sia altezza massima e minima possibile, sia la qualità dei meccanismi di fissaggio tra i vari segmenti. I modelli professionali possono garantire altezze massime anche superiori ai 2mt, nonchè altezze minime fino a 20/30cm, ovviamente con meccanismi di fissaggio sia resistenti sia facili da aprire e chiudere velocemente.

Insieme alle gambe vanno considerati anche i cosiddetti “piedini” che principalmente servono a fare attrito con il terreno. Nei modelli più avanzati i piedini sono mediamente più grandi, fanno maggiore attrito e sono adatti a diversi tipi di terreni.

Sistema di chiusura e fissaggio delle gambe

Insieme alle vere e proprie gambe è fondamentale considerare anche il tipo di meccanismo con cui vengono fissati i vari segmenti che le compongono. Inutile dire che in un cavalletto professionale cerchiamo meccanismi veloci da azionare ed insieme resistenti.
Il consiglio in questo caso è di provare direttamente il meccanismo, se ne abbiamo la possibilità, così da scegliere il migliore per le nostre abitudini ed esigenze.

Supporto della colonna centrale

In un treppiede troviamo un meccanismo di congiunzione tra gambe e testa, che definiamo come “supporto della colonna centrale”. Nei modelli rivolti ai principianti esso non è altro che un foro in cui passa appunto la colonna centrale, spesso regolabile e tenuto fermo da una vite o un meccanismo a spirale. In quelli più professionali invece diventa un componente importantissimo in quanto ci offre la possibilità di installare vari tipi di colonne (verticali e anche orizzontali) o accessori come le teste a sfera o a 3 vie (caratteristica molto utile per lo still life!).

Colonna centrale

treppiede professionale vanguard con testa a T
treppiede Vanguard con colonna posizionata orizzontalmente

La colonna centrale è un cilindro metallico posizionato verticalmente al centro del treppiede, agganciato al supporto detto appunto “supporto della colonna centrale”. Essa serve per consentire aggiustamenti verticali del corpo macchina, a cui si aggancia, mediante meccanismi di scorrimento e fissaggio presenti sul supporto centrale.

La centralità di questo componente dipende dal fatto che su di esso viene installato il corpo macchina mediante un meccanismo detto testa. I modelli più economici sono dotati di una semplice vite su cui viene direttamente avvitata la macchina fotografica.

Quelli intermedi dispongono invece di un meccanismo di sganciamento rapido, spesso composto di due piastre (una installata sulla colonna, una sul corpo macchina) che si incastrano poi tra loro secondo varie modalità. I modelli professionali invece sono dotati di agganci adatti a supportare vari tipi di teste, ed è qui che troviamo un vasto numero di possibilità aggiuntive per il posizionamento della nostra macchina fotografica e quindi di composizione.

Come abbiamo già trattato nell’articolo dedicato, una delle possibilità più impattanti sulla fotografia (specialmente still life) è quella di poter scattare dall’alto, ed è proprio qui che il tipo di supporto della colonna assume una rilevanza ancor più ampia: un treppiede da still life professionale deve permetterci di posizionare la colonna orizzontalmente o installare supporti adatti ad una conformazione a T, conformazione necessaria se vogliamo realizzare scatti dall’alto di qualità e in modo costante.

Alcune colonne inoltre sono dotate di un aggancio per zavorre sull’altro capo, utili per aumentare notevolmente la stabilità del treppiede. In questo caso dovremo assicurarci di acquistare un cavalletto sufficientemente resistente per supportare sia il corpo macchina con relativo obiettivo, sia la zavorra che andremo a installare.

Testa

Come già anticipato, la testa è quel componente che unisce la colonna centrale al corpo macchina e che ne determina angolazioni e rotazioni possibili. Consultando l’offerta delle case produttrici più blasonate, come la nostra Manfrotto, troviamo 3 gruppi principali di teste: teste a 2 vie, teste a 3 vie, teste a sfera (ball-head) con relative varianti.

Le teste a 2 vie consentono rotazione verticale e orizzontale mediante delle manopole filettate con cui si aggancia e si sgancia il meccanismo di fissaggio. In modo simile quelle a 3 vie, con l’aggiunta però di un terzo asse di rotazione per consentire angolazioni più difficili. Sono teste versatili ma spesso non troppo compatte, utili quindi a utilizzi in studio e meno a generi come fotografia di viaggio, dato anche il peso mediamente maggiore delle alternative.

Le teste a sfera invece ruotano mediante, appunto, una sfera (un pò come all’interno dei vecchi mouse) che può essere fissata praticamente in ogni posizione mediante dei pomelli avvitabili o meccanismi similari. Le teste a sfera di più alto livello sono dotate di meccanismi di frizione, utili ad effettuare micro-aggiustamenti, e incavi per consentire una corretta rotazione della sfera fino a 90° sull’asse orizzontale.

la testa a sfera Manfrotto, un componente fondamentale di un treppiede fotografico professionaleEsistono poi anche altri tipi di teste di svariate conformazioni ma in ogni caso concettualmente simili a quelle dei due gruppi citati precedentemente: teste “a pistola”, teste gimbal, teste a cremagliera, ecc.

Altezza massima e minima

Passando alle specifiche tecniche di un treppiede, così come le troveremo valutando i vari cataloghi, vediamo come orientarsi per quanto riguarda altezza massima e minima del treppiede che andiamo ad acquistare.

Un modello professionale, a mio avviso, deve essere sufficientemente alto da poter essere posizionato a livello di un volto di una persona in piedi, quindi superiore almeno ad 1.80mt. Se il treppiede inoltre è più basso rispetto al fotografo, sarà molto scomodo effettuare le normali regolazioni sul corpo macchina ed osservare il viewfinder, attenzione quindi anche alla vostra altezza!

Oltre a quella massima, è importante considerare anche l’altezza minima di posizionamento del corpo macchina, fondamentale per valutare le possibilità di composizione offerte dal modello. Sui cavalletti con colonna reversibile, ad esempio, è possibile ottenere angoli di composizione molto bassi (mediamente 20-30cm da terra) rispetto ai modelli con colonna fissa.

Per chi intende utilizzare spesso il treppiede in ambienti esterni e necessità di facilita di trasporto, è utile anche considerare la vera e propria altezza minima dell’intero treppiede, calcolata ovviamente quando è riposto. Attenzione quindi a valutare anche quest’ultimo aspetto.

Peso

Altro aspetto da considerare nella scelta di un treppiede professionale è ovviamente il peso, aspetto però piuttosto variabile a seconda delle personali necessità di trasporto e utilizzo.
In linea generale, un cavalletto resistente e dotato di tutti gli accessori sarà inevitabilmente più pesante e quindi scomodo da trasportare. Va detto che esistono anche accessori di alto livello e nel contempo progettati per un minore peso, ma in questo caso dovremo prepararci a spendere cifre notevolmente maggiori per un risparmio che nella maggior parte dei casi non è così incisivo sul peso finale.

A mio parere, amenochè non siate fotografi naturalisti che si devono fare tanti chilometri per arrivare a destinazione, il peso non deve essere un criterio così determinante nella scelta di un cavalletto professionale quando comparato ad altri aspetti come versatilità e stabilità.

I migliori treppiedi professionali (per il mercato Italiano)

Come abbiamo già anticipato sono numerosissimi i modelli di cavalletti fotografici presenti sul mercato, ma possiamo restringere il cerchio considerando l’offerta disponibile nel mercato Italiano (online) dove spiccano la nostra Manfrotto insieme alla Gitzo, ma in cui stiamo anche assistendo ad importazioni molto interessanti come quelle sui modelli della Really right stuff.

Considereremo anche modelli che possiamo definire semi-professionali, modelli cioè dotati di varie caratteristiche sicuramente non basilari, più economici, ma con ancora qualche dettaglio in meno rispetto ai modelli al top: treppiedi utili a muovere i primi passi nella fotografia professionale e che possono essere visti come una sorta di investimento, nel caso si stia intraprendendo questa carriera; per i fotografi semplicemente appassionati invece, sono treppiedi che possono semplicemente offrirci nuove possibilità per la nostra fotografia senza dover ricorrere a budget abbastanza considerevoli.

Vanguard Alta Pro 263AB

Iniziamo da un modello molto economico (relativamente ai concorrenti) perchè seppure sia un modello semi-professionale possiede caratteristiche molto interessanti per noi fotografi still life e di prodotto.
A poco più di 150€ infatti il Vanguard Alta Pro 263AB ci offre sia una testa a sfera inclusa sia la possibilità di orientare la colonna centrale orizzontalmente ed anche sottosopra. La stessa colonna inoltre è, a differenza delle altre alternative economiche, sufficientemente lunga per consentire scatti dall’alto senza problemi. Sull’altro capo della colonna inoltre è presente un aggancio per zavorre così da evitare rischi di caduta dovuti al peso concentrato sulla parte frontale.
Per quanto riguarda le gambe, il modello presenta meccanismi di sganciamento rapido, detti “flick-lock”, e soprattutto consente di posizionare le gambe fino ad angolazioni massime di 80°, altra caratteristica molto rara per queste fasce di prezzo.
Come detto però ci sono caratteristiche meno esaltanti che dovremo valutare attentamente per capire se il l’Alta Pro 263AB sia una piccola perla o un treppiede inutilizzabile che, come sempre, viaggiano di paripasso alle nostre personali esigenze di fotografi. La massima capacità di carico del cavalletto dichiarata è infatti di 7kg, una portata facilmente raggiungibile se utilizziamo ad esempio una DSLR full frame con un obiettivo pesante come un 400mm, ma che va detto essere invece sufficiente nella maggior parte dei casi.
L’altezza massima è di 173cm ed il peso è pari a 2.2kg circa.

Really Right Stuff TVC-24 MK2 Versa Series 2 Tripod

Per farci un’idea della qualità dei prodotti Really Right Stuff, consideriamo che il fondatore della casa produttrice viene dal campo della progettazione di micro-circuiti per usi militari ed aerospaziali. Quando ha fondato la sua nuova azienda ha dichiarato che l’obbiettivo sarebbe stato produrre solo “cose veramente buone”, e ci è riuscito!
Il TVC-24 MK2 è un cavalletto fotografico professionale che unisce stabilità ed alta capacità di carico (circa 12kg), insieme ad un peso adatto ad essere trasportato senza complicazioni. Grazie alla fibra di carbonio infatti l’unità pesa solo 1.5kg e può sorreggere anche corpi full frame con obiettivi fino a 600mm (approssimativamente).
Le gambe, composte di 4 sezioni, possiedono un meccanismo di chiusura veloce con twist-lock e rispondono ai livelli di qualità costruttiva altissimi: stabilità e durata nel tempo sono quindi assicurati.
E’ possibile inoltre posizionare le gambe a qualsiasi angolazione si desideri grazie al meccanismo di fissaggio presente nel supporto della colonna centrale. L’altezza massima è pari a 150cm, calcolata senza colonna centrale che, va segnalato, non è inclusa: andrà acquistata separatamente insieme alla testa di cui avremo bisogno, aspetto che aggiunge sicuramente spese ulteriori ma anche un grado di versatilità molto più ampio.

Sachtler ACE M GS

La Sachtler è una casa produttrice conosciuta da più di 50 anni per qualità e innovazione presenti in ogni loro prodotto, ma è solo da pochissimo tempo che i loro prodotti sono apprezzabili anche da amatori o semiprofessionisti, grazie a nuovi modelli dai prezzi relativamente economici (ovviamente rispetto ai modelli precedenti) come appunto l’ACE M GS.

Il modello è un’unità in fibra di carbonio da 4.4kg, utile quindi perlopiù ad un utilizzo in studio o in ambienti esterni controllati. Il peso è sicuramente superiore ai prodotti elencati precedentemente, ma è ben giustificato se consideriamo la struttura del cavalletto stesso: le gambe sono infatti a doppio segmento sul primo tratto per poi estendersi in singoli segmenti, più spessi, nella parte inferiore. Le gambe inoltre sono tenute in posizione dalla base “a stella” che serve anche come appoggio ulteriore.

Oltre alla conformazione delle gambe, l’ACE M GS si distingue per avere una testa a sfera inclusa (ACE M) e di altissima qualità: il meccanismo di fissaggio della sfera è certificato SA ed è dotato di meccanismo di fissaggio adatto ad aggiustamenti precisi e costruito per garantire estrema affidabilità, grazie anche al meccanismo di contrappeso a 5 step.
Insieme alla testa troveremo inoltre anche una livella a bolla volta a garantire un alto grado di precisione per livellare la macchina fotografica orizzontalmente.

La capacità di carico del cavalletto non è invece tra le più alte per la fascia di prezzo (circa 5kg), ma sufficiente a sorreggere corpi full frame con obiettivi “comuni”, quindi sotto i 300mm. Come sempre ripetiamo quindi, attenzione a valutare sempre le proprie esigenze per scegliere l’acquisto migliore.

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Manfrotto kit treppiede 546BK + testa 504HD

Passiamo all’Italianissima Manfrotto con il Kit 502, composto di treppiede 546BK, testa 504HD e sacca. L’unità è costruita in alluminio e pesa 5.2kg per una portata massima di circa 7kg ed un’altezza massima di 162cm.

Come il modello precedente, è dotato di gambe doppie (dette “gemelle”) con meccanismo a stella centrale per una maggiore stabilità. Sono presenti anche piedini a puntale con basi di protezione in gomma, la presa anche su terreni sconnessi è quindi garantita.

La testa a video inclusa garantisce capacità di rotazione verticale da -80° a 90°, con meccanismo di fissaggio estremamente affidabile e contrappeso regolabile che supporta fino a 7kg, insieme anche ad una bolla di livellamento.

Oltre ai dettagli, va considerata anche quella che è l’intera esperienza di uno scatto effettuato con questo tipo di treppiede: ogni regolazione è morbida e precisa, gli agganci sono rapidi da operare e ogni componente da l’idea di stabilità e alta qualità anche solo al semplice tatto. Un vero piacere.

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Gitzo GK2542-80QD kit serie 2

L’ultimo modello consigliato è quello di una delle case produttrici più conosciute: il Gitzo  GK2542-80QD Mountaineer kit serie 2 in cui troviamo un cavalletto in fibra di carbonio, una testa a sfera e, a differenza dell’alternativa Manfrotto, anche una colonna centrale.

Il rapporto tra peso (2.4kg) e portata massima (18kg) in questo caso è davvero eccezionale, ma non sorprende se si ha già avuto a che fare con uno qualsiasi dei modelli della casa produttrice. L’unità si rivela quindi adatta sia ad usi in studio sia per quelli all’esterno o in cui necessitiamo di maggiore facilità di trasporto.

Anche l’altezza massima e quella minima rispondono ad esigenze professionali: quella massima è di 180cm e quella minima è di ben 27cm grazie alla possibilità di installare la colonna centrale capovolta. La stessa colonna è anche dotata di aggancio per zavorre, così da garantire una stabilità ancora maggiore anche in ambienti esterni.

Come detto inoltre troviamo anche una testa a sfera, sempre prodotta dalla Gitzo, che grazie all’alta resistenza ai pesi può supportare la vasta gamma di piastre di fissaggio offerte dalla stessa casa produttrice.

Le gambe sono ovviamente dotate di meccanismo di chiusura rapida, in questo caso Twist-lock (quindi ad avvitamento) e sono posizionabili secondo tre diverse angolazioni.

Se possedete il budget giusto per acquistarlo, è sicuramente una delle scelte migliori che possiate fare in fatto di treppiedi professionali.

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